lunedì, maggio 29, 2006

Volvèr.


Finalmente un film delizioso, non plastificato e seriale come quelli che è tanto facile vedere oggigiorno. Su questo sito non voglio raccontare i film, né farne una critica di tipo cinematografico. Mi interessa osservare e riflettere su quanto questi racconti del cinema mi danno interiormente. Questo qui dà un grande divertimento, si percepisce l'ironia, lo sguardo ironico e compassionevole sulla vita e sulla morte. Soprattutto la morte: c'è e non c'è, si equivoca molto - sembra suggerire Almodòvar - sulla sua vera natura. E' anche un film sull'integrità dell'animo umano, che va oltre la violenza di una certa mentalità 'maschile' e di una certa disposizione a vendere e a semplificare i sentimenti, svilendoli e tradendoli, come si fa in televisione e sul mercato. Quello che trionfa è l'Anima, una spiritualità tutta femminile che è capace di accogliere, ma anche di lottare e di vincere. Ecco: il film descrive la vittoria dell'Anima. Non un'anima monolitica e monotematica, bensì quella rappresentata da molteplici figure femminili - tutte uniche, a loro modo integre, eroiche, intensamente umane. Quindi è anche l'eternità che vince la morte. Ma anche qui, non è l'eternità delle lapidi, delle statue, delle figure idealizzate. E' l'eternità della compassione, dell'amore, dell'umanità, del cuore.