lunedì, settembre 15, 2008

7 Km. da Gerusalemme.


Un film molto interessante e, tutto sommato, semplice e diretto nella sua tematica. La domanda che ne sta alla base sembra essere: come potrebbe l'uomo di oggi - smaliziato, immerso in una società deculturata dalla televisione e governata dalla pubblicità, dal mercato - reincontrare Gesù? Anzi, forse la domanda è: come potrebbe ritrovare una religiosità genuina, non necessariamente quella propagandata per secoli, per millenni, insomma non quella istituzionalizzata? Il Gesù del film, infatti, si presenta con gli attributi classici e le caratteristiche consuete dell'iconografia, ma egli stesso ammette che - in realtà - nessuno gli ha mai fatto un ritratto, e si presenta così soltanto per essere riconosciuto. Se si manifestasse a Calcutta, dice, dovrebbe per forza di cose adottare una forma diversa! Quindi, forse, non si tratta tanto di Gesù, quanto del divino, quello trascendente le culture e le rappresentazioni umane. Come reagisce il protagonista di questo incontro con il divino, con la riscoperta della propria religiosità, lui, uomo moderno e, guarda caso, di mestiere pubblicitario? Naturalmente non ci crede, per prima cosa seziona l'esperienza con spirito critico, razionale, scettico. Tuttavia, evidentemente, Gesù ormai si è manifestato, e la sua presenza è insopprimibile. Anche perché Alessandro, il pubblicitario, aveva già iniziato un cammino interiore di riscoperta dei valori e di sé stesso, e tutte le tappe - più o meno misteriose - riemergono nel corso del film alla coscienza del protagonista, assieme alla riflessione quasi psicanalitica sulla madre e sulla morte, sull'aldilà. Il film offre molti spunti di riflessione, alcuni veramente ironici e divertenti, come quello in cui un monaco scappa terrorizzato quando vede Gesù - colui a cui in effetti ha dedicato tutta la sua vita - comparirgli in carne ed ossa, in un'automobile, mentre gli offre un passaggio. Oppure quando Gesù si cala talmente nella nostra epoca da bere con naturalezza una Coca Cola, e il pubblicitario Alessandro intravede divertito la possibilità straordinaria di vendita del prodotto favorita da un tale testimonial! Significativi e, credo, ironici i nomi dei personaggi del racconto: Alessandro Forte, il protagonista - l'uomo, Giordano Bruni, una vittima del disinteresse e del cinismo dei propri simili, eccetera... Del resto i particolari su cui riflettere sono parecchi e certamente il film andrebbe visto più volte, magari anche leggendo il romanzo omonimo da cui è tratto. Un'ultima notazione: la critica cinematografica non è stata molto generosa. Forse il film è un pò troppo solare, assertivo e positivo, mentre la tendenza attuale del cinema italiano oscilla dal disimpegno esasperato all'impegno inteso come rappresentazione della degradazione sociale o psicologica senza possibilità di risoluzione. E' vero che forse 7 Km. da Gerusalemme potrebbe risultare un pò troppo didascalico e talvolta prevedibile nel descrivere il percorso di una conversione, però non bisogna dimenticarne la simpatica autoironia e, comunque, la bellezza e godibilità.

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